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Il Berlusconi che è in tutti noi

Il danno principale di questo ventennio berlusconiano non è tanto quanto fatto dai governi del cavaliere, governi di poco differenti -purtroppo- da tanti altri, governi mediatici, fatti di annunci, di spettacolo, di governo dei media, quanto l'indotto mentale prodotto in ognuno, persone di 'sinistra' in primis.

Il cavaliere ha stravolto e ribaltato le categorie sociali ed economiche, ha costruito pezzo dopo pezzo un immaginario sociale di un popolo di imprenditori, di self made man, di benestanti sognanti.

L'imprenditore di se stesso non esiste, o se esiste è un rarisismo caso di merito in un paese in cui il merito non viene riconosciuto come valore sociale.
I milioni di partite iva di oggi non son altro che lavoratori conto terzi, artigiani moderni, prestatori d'opera, operai specializzati, tecnici, professionisti dipendenti.

Il cavaliere ha fatto credere a tutti che tutti siamo uguali, che tutti abbiamo un'occasione, che tutti siamo imprenditori, che tutti apparteniamo a una classe sociale alta.
Il sogno dell'italiano medio si è realizzato non nei fatti ma nella categorizzazione imposta da campagne politico pubblicitarie, da strategie di politica aziendale capaci di convincere e motivare i moderni lavoratori atipici quasi fossero loro stessi l'azienda che invece aumenta il livello di sfruttamento e diminuisce il livello di tutele e garanzie.

Di fronte a una società che si è modificata profondamente e velocemente, hanno brillato per immobilismo e conservatorismo proprio le parti sociali che avrebbero dovuto saper leggere, comprendere, combattere questa cultra della non cultura, questo stravolgimento delle categorie economiche, delle figure sociali.

Oggi milioni di operai (che non godono più ne del rispetto sociale che aveva questa figura ne tantomeno delle tutele conquistate in decenni di lotte) credon di essere imprenditori, e come tali son ignorati da chi, come i sindacati, è rimasto legato a un concetto di industrializzazione oramai inesistente, e come tali vengono sfruttati dal vero potere economico.

Se io smettessi di lavorare  statisticamente sarei un'impresa chiusa, di fatto sarei un prestatore d'opera espulso dal mercato.

L'imprenditore ha capitale, ha mano d'opera, ha macchianri, ha materie prime, dovrebbe rischiare, dovrebbe innovare, dovrebbe avere idee: le partite iva al 99% eseguono lavori conto terzi.

Riprendiamo una descrizione della realtà aderente ai fatti, smettiamo di farci ingannare, smettiamo di credere alle favole, solo così potremo riprendere in mano la situazione, solo così, forse, potrà venire in mente qualche idea.