Ha fatto anche cose buone...
Ieri sembrava una giornata felice.
Yahya Sinwar, il capo di Hamas, il capo militare, sembra esser stato intercettato in modo imprevedibile, quasi casuale, in un compound UNRWA, una scuola (già Israele colpisce le scuole, è un caso lì vi trovasse rifugio...) con documenti UNRWA: era il capo militare ma stava fuggendo con i soldi in tasca, si stava allontanando cercando di raggiungere l’Egitto dopo aver vissuto per mesi nascosto nei tunnel di Gaza, mandando al massacro un’intera popolazione, la sua.
Che dire, senza ipocrisia, ammetto la soddisfazione di un senso di vendetta: la vendetta non è mai una cosa bella ma nella situazione attuale è un sentimento umano che è ingiusto ed inutile nascondere.
Come dicevo, sembrava un giorno felice, un bel giorno, un giorno di festeggiamento -pur se festeggiare una morte è sempre una sconfitta. Ma poi la giornata, al di là dei sentimenti di parte e dei sentimenti di una popolazione che da questo individuo e dalle sue folli pretese di rappresentare un popolo è stata violata in una maniera intima proprio il 7 ottobre, è proseguita.
È successo che abbiamo dovuto assistere al come sia stato celebrato quest’uomo, al come sia stato ricordato.
Ebbene -a parte i soliti dementi secondo cui era un combattente, una specie di partigiano, morto con le armi in mano, per difende la libertà e tutto queste menate e stupidaggini che purtroppo, particolarmente a sinistra, vivono e si alimentano- dicevo, a parte questi dementi, questi mentecatti dello pseudo pensiero che purtroppo insistono nell’esprimere idee folli e hanno anche qualche seguito piuttosto importante nei terreni paludosi dell’odio e dell’ignoranza, ciò che mi ha colpito -negativamente, molto negativamente- è come su alcuni media, che fino ad ieri consideravo comunque equilibrati, capaci di leggere la situazione e l’avvenimento, sia stato ricordato sì come criminale massacratore di civili, ma, comunque come l’uomo che ha in qualche modo sollevato la questione palestinese riportandola all’attenzione del mondo, quindi con una valenza importante, significativa.
La mia domanda è, se si fossero dati dei giudizi del genere sui criminali nazisti all’indomani della Seconda guerra mondiale cosa sarebbe accaduto? Come sarebbero stati accolti?
Immaginate se il giorno dopo aver appeso i cadaveri di Mussolini, Petacci e Starace a testa in giù in piazzale Loreto qualche giornale li avesse ricordati come criminali ma che sì avevano anche avviato la bonifica della Pontina ed altre retoriche dell’avevano fatto anche cose buone…
Assolutamente impensabile e assolutamente inimmaginabile, soprattutto a sinistra, provare a fare un simile discorso del giorno dopo.
Oggi no, con Sinwar invece si distingue.
Sinwar ha determinato anche cose buone.
Un soggetto che ha immaginato, concepito, costruito, organizzato e guidato un’operazione caratterizzata da stupri di massa, da massacri di civili, da caccia all’ebreo, caratterizzata da gesti simbolici quale lo sventramento di una donna incinta e l’accoltellamento davanti ai suoi occhi morenti dei feti estratti dal suo ventre, quale l’uccisione dei bambini -sì parliamo anche noi dei bambini- che non si è conclusa con il ‘semplice’ massacro del bimbo, ma si è conclusa con il gesto simbolico -molto molto molto evocativo- di infilare il/i cadaveri degli stessi bambini appena violati e massacrati nei forni.
Questa è la verità, l’unica verità, di quanto è accaduto il 7 ottobre, la verità su chi era Yahya Sinwar.
Yahya Sinwar non ha positivamente riportato all’attenzione internazionale la situazione del popolo palestinese, affermarlo è un ulteriore delitto verso il popolo ebraico e una violenza verso lo stesso popolo palestinese.
Ieri, alla fine della lettura e dell’ascolto delle varie interpretazioni e celebrazioni, mi è rimasta una tristezza infinita, un magone, un nodo alla gola.
Sembra che per il popolo ebraico il destino sia segnato.
Quanto manca al prossimo olocausto non lo so, e spero che non accadrà, e comunque mi auguro di non essere vivo se e quando dovesse riaccadere.
Ieri sera, dopo essere stato felice per la vendetta, perché di questo si tratta, mi sono rattristato immaginando il futuro che si sta delineando…