Le vere responsabilità dell'ONU nel conflitto mediorientale
L’attuale crisi mediorientale evidenzia tutte le responsabilità delle istituzioni internazionali e dei paesi occidentali. Ma non quelle che si urlano nei talk show e in alcune piazze...
Nel corso degli ultimi decenni, a Gaza si è sviluppato attraverso le strutture dell’UNHCR totalmente infiltrate e gestite da Hamas, una vera e propria scuola di dottrina anti israeliana, laddove il cardine educativo dell’insegnamento offerto a tutti i bambini palestinesi è stato l’odio contro lo Stato di Israele e soprattutto contro gli ebrei. Alla luce del sole, sotto lo sguardo di tutti, silenti complici dell’esercizio di una scuola quadri terroristica.
Nazioni Unite e paesi occidentali hanno fatto finta di niente, minimizzando o forse valutando che comunque fossero solo parole che non avrebbero recato danno.
E così facendo l’organizzazione armata Hamas ha costruito le sue diverse leve di militanti.
Parallelamente la stessa cosa è avvenuta ai confini di Israele con il Libano, laddove i caschi blu della forza Unifil -forza che fu dislocata ai sensi della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che vieta la presenza di militanti armati e di armi nel Libano meridionale- hanno chiuso gli occhi sull’occupazione di spazi all’interno della zona del cosiddetto cuscinetto di sicurezza da parte di Hezbollah. Il Partito di dio ha ignorato gli accordi, ha ignorato gli obblighi, occupando zone limitrofe allo stato di Israele, accumulando armi nei tunnel e nelle infrastrutture terroristiche e installando batterie missilistiche nei pressi del confine stesso.
Il risultato è stato che dal 7 ottobre l’intera zona nord di Israele è stata forzatamente evacuata, a causa del continuo lancio di missili sugli agglomerati civili. È vero, non ci sono state molte vittime, ma questo solo perché lo stato di Israele si è preoccupato di difendere i propri cittadini, evacuandoli altrove.
Ma la stampa rarissimamente racconta che da oltre un anno più 100.000 israeliani hanno dovuto abbandonare case, scuole, luoghi di lavoro, coltivazioni etc. Forse non fa notizia?
L’atto di lanciare missili sugli insediamenti civili va definito chiaramente per quello che è, è un atto stragista, criminale portato avanti con la responsabilità oggettiva dell’Unifil, delle istituzioni internazionali e dell’occidente che ne hanno permesso l’installazione.
Ancora una volta dobbiamo parlare di un’istituzione internazionale che non ha visto o non ha voluto vedere o ha preferito far finta di niente.
Oggi affrontiamo i risultati di questa politica dello struzzo: è quindi profondamente errato (o detto terra terra, paraculaggine) accusare le istituzioni internazionali di non fare nulla per arrivare a un cessate il fuoco, quando sono loro le responsabili del non aver fatto nulla prima per evitare che si arrivasse all'attuale scontro armato frontale, per evitare che si arrivasse al 7ottobre (a proposito, perché tutte queste titubanze nel definirlo femminicidio di massa?), per evitare che si arrivasse alla conseguente reazione, chiamatela vendetta, chiamatela reazione spropositata attuata da Israele e della sua classe politica.
Inutile lamentarsi, le istituzioni internazionali hanno senso solo se riescono a intervenire prima, a prevedere.
Ma la credibilità delle istituzioni internazionali è ormai a zero, e non dal 7ottobre, è a zero da molti e molti decenni prima. Le crisi internazionali, dalla vicina ex Jugoslavia a ciò che avviene in diverse aree dell’Africa e dell’Asia, ne sono testimonianza concreta.
La riforma dell’Onu è prioritaria da decenni, assolutamente essenziale per mantenere scenari di credibilità rispetto all’evoluzione della situazione internazionale.
Dunque o vogliamo affrontare la vicenda da questo punto di vista o piangere sul latte versato è veramente ipocrita ed inutile. Laddove non sia pura e semplice malafede.
Cosa aspettarci ora? Sono molto le analisi che ascoltiamo in questi momenti, in queste ore, dopo l’attacco missilistico dell’Iran, ma in realtà parliamo di un ‘livello’ che sfugge alla conoscenza di tutti, di cui non abbiamo reale contezza, che non siamo in grado di valutare realmente.
Talvolta pare che si tratti di uno ‘scambio’ di messaggi fra Stati avversari, quindi da un lato Israele che ha necessità di colpire con attacchi mirati i singoli responsabili e dall’altra parte l’Iran che deve in qualche modo rispondere spettacolarmente facendo tanto fumo e poco arrosto.
Sostanzialmente quindi ognuno dei contendenti mantiene la propria dimensione, la propria immagine e finisce più o meno così.
E’ chiaro che in un ipotetico scenario del genere basta un piccolo particolare per far saltare il quadro e conseguentemente far saltare gli equilibri in maniera incontrollabile.
Oppure stiamo tutti sopravvalutando forza, capacità e coesione dell’Iran, che potrebbe solo essere un’immensa inquietante –e pericolosa– tigre di carta…
Mentre dal punto di vista internazionale è evidente che Israele sta svolgendo il ‘lavoro sporco’ che molti Stati, ed in particolare molti stati arabi, vorrebbero che venisse fatto.
Quelli che parlano dell’Iran come il rappresentante della comunità islamica ignorano profondamente le divisioni tra sciiti e sunniti, i mille rivoli ideologici e religiosi che frastagliano il mondo dell’Islam. Analisti banalisti dunque che raccontano la politica in maniera infantile quasi fosse una favoletta o fantascienza.
La verità è che non sappiamo, e non siamo in grado di capire, possiamo solo attendere gli sviluppi con preoccupazione.
Un tema davvero inquietante su cui interrogarsi e intervenire è invece il montare in Italia, ma non solo in Italia, dell’antisemitismo, un fenomeno estremamente preoccupante di cui non bisogna sottovalutare nessun aspetto.
Da approfondire ahimè.