In difesa del diritto a decidere sulla propria vita e morte
Indi Gregory è una bimba inglese di otto mesi, affetta da una rara forma di patologia mitocondriale, giudicata inguaribile dalla scienza medica, a cui l’Alta Corte di Londra ha negato la possibilità di un trasferimento in Italia per tentare delle cure all’Ospedale pediatrico di Roma Bambino Gesù, secondo il desiderio espresso dai genitori ed ha altresì rifiutato la richiesta degli stessi genitori di portare la bambina a casa per farla morire tra i suoi cari.
Secondo il giudice Peel dell’Alta Corte di Londra, anche le cure palliative al domicilio sarebbero 'contrarie al migliore interesse' della bimba.
Indi lo scorso 6 novembre ha ricevuto la cittadinanza italiana, su decisione del Governo italiano e della Pdc Meloni, al termine di un Consiglio dei ministri straordinario nel tentativo di 'sottrarre' il caso alla giurisdizione britannica: a seguito della cittadinanza il console italiano a Manchester, nella sua funzione di giudice tutelare, ha emesso su richiesta della famiglia 'un provvedimento di urgenza, dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l'adozione del piano terapeutico proposto dall'ospedale Bambin Gesù di Roma e il trasferimento della minore a Roma'.
Il tribunale di Londra ha disposto che la sospensione dei trattamenti vitali per la neonata affetta da una malattia rarissima debba avvenire oggi, e in questi momenti, minuti è in corso una vera e propria trattativa diplomatica.
Sono disgustato dalla strumentalizzazione di questo dramma.
Come sostenitore del diritto all'autodeterminazione e della libertà di scelta individuale per quel che concerne il fine vita, non posso accettare nè che lo Stato impedisca la libera e cosciente scelta dell'eutanasia nè che lo Stato disponga di imperio la sospensione dei trattamenti vitali.
La scelta in entrambe le situazioni è -e deve appartenere- solo ed esclusivamente al soggetto interessato, attraverso il testamento biologico laddove possibile o -in alternativa- attraverso chi ne esercita la legale rappresentanza e tutela.
Personalmente ritengo che per Indi sarebbe necessario un gesto di pietas e umanità per accompagnarla alla morte senza sofferenza, ma non può e non deve essere una decisione di pertinenza dello Stato, la vita e le scelte in merito alla vita sono beni inalienabili dell'individuo!