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Colpa degli haters... Se non ti accorgi della trave...

'Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita!' (Il discorso della montagna).

Sulla morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano, trovata morta suicida nelle acque del Lambro, si è scatenato un pseudo dibattito costruito sull'ipocrisia senza vergogna dei media e degli 'intellettuali' che ne innervano il tessuto.

E paradossalmente oggi è necessario prendere le difese dei cosiddetti haters, i mitici leoni da tastiera che assurgono al ruolo di protagonisti quando si tratta di riempire uno spazio di merda, soprattutto quando questa merda proviene ed è sostanza di altri.
Gli haters sono un sottoprodotto del ciclo 'informazione', l'ultimo scarto, gli scarti di produzione che essendo il liquame possono esser riciclati solo ritrasformandosi in soggetto colpevole dell'informazione stessa.

Disquisire sui liquami non a caso fa perdere di vista l'origine del problema, l'informazione e i suoi attori protagonisti.

Al di là del nesso tra suicidio e haters, a monte occorre ricercare chi abbia dato il via all'ondata di liquame e per quali motivi lo abbia fatto.

Tutto sembra partire da un 'noto' food blogger, una carriera di quelle esemplari nel mondo dell'informazione moderno, da “Cortesie per gli ospiti” alla partecipazione fissa a “È sempre mezzogiorno” (ex Prova del cuoco), per arrivare addirittura a “Ballando con le stelle”, insomma uno chef molto mediatico. Tra l'altro, particolare non indifferente,  compagno di una nota opinionista (dedita a suo dire a far conoscere la verità) di un quotidiano impegnato da anni nella battaglia per imporre la gogna mediatica ad avversari politici e non solo.

Una splendida miscela che a un certo punto ha pensato di fare un grande scoop smascherando una presunta falsa recensione su una internazionalmente nota pizzeria del ridente lodigiano. Avranno pensato 'ora l'aggiustiamo noi questa ristoratrice che disonora la categoria degli chef italiani'! E sono partiti nella loro ignobile crociata.

Inutile dire che il 'far conoscere la verità' della nota opinionista non comprendesse (viene il sospetto sia sua abitudine...) un minimo di indagine giornalistica sul chi fosse questa ristoratrice, sul target della pizzeria e tanti altri inutili -a suo modo di pensare- particolari.

Ma come per il liquame, occorre andare anche alle spalle della coppia. Questi protagonisti dei media sono i prodotti di un certo modo di interpretare e vivere il giornalismo. Gogna, gogna e ancora gogna.

L'informazione sopravvive e si alimenta sulla spinta populista, e non da ieri e non esclusivamente da un solo versante politico.

Se è vero che l'apice di questo processo di trasformazione è rappresentata dalla 'presa del potere' dei due movimenti populisti di destra e sinistra con il governo Conte Salvini, non possiamo nasconderci che la trasformazione del giornalismo ha radici ben più profonde, e purtroppo si nutre nella pseudo cultura di sinistra.
È eclatante l'interpretazione del giornalismo di inchiesta di Striscia la Notizia e immediatamente a ridosso de Le iene, ma la pratica della gogna come sostituzione dell'inchiesta la ritroviamo nitida nitida in una trasmissione cult dell'intellighenzia di sinistra, il mitico Blob. Fin da allora l'attacco all'avversario avveniva alle spalle, utilizzando l'antica tecnica del pernacchio sovrapposto all'immagine. Con la maschera dell'ironia si evitava la necessità di argomentare una ragione superiore.
Ma ancora oggi più che mai non si toccano gli autori, sono intellettuali che diamine....
L'evoluzione del tempo non ha migliorato la struttura dell'informazione, la ha solo adeguata ai new media, in fondo lo spessore dei protagonisti non è cambiato.

Detto questo tornate a disquisire sugli haters, nutrendovi gli uni degli altri, quel corpo inanimato ripescato dal Lambro è stato solo un incidente di percorso.

Amen.