Votare 5 sì ai Referendum giustizia del 12 giugno
Il prossimo 12 giugno si terranno i 5 referendum sulla Giustizia su cui si è registrato il silenzio quasi assoluto dei media e l'assenza totale di informazione garantita da parte delle strutture radiotelevisive pubbliche (sciagurati interventi alla Littizzetto a parte).
E in questo silenzio purtroppo sono cresciute le posizioni ignoranti del 'si tratta di beghe tra i politici... mai con Salvini... i magistrati non si toccano... io vado al mare perché non capisco di cosa si tratti...': il lievito della disinformazione ha dato voce e forza a chi nella realtà ritiene la democrazia inutile e le persone incapaci di pensare, ragionare e decidere.
Anche insospettabili noti per il loro impegno progressista hanno palesato il loro disprezzo per i referendum...
La sinistra a sinistra del Pd o è schierata 'con i magistrati' alla Rifondazione comunista o, per essere alternativa a Salvini, va contro l'affermazione del diritto.
E il Pd per rimanere avvinghiato al potere è anestetizzato nel mortale abbraccio con i manettari giustizialisti a 5 stelle.
Al contrario i referendum sono strumenti di democrazia preziosi, stare a casa o andare al mare significa rafforzare coloro che mirano a depotenziare lo strumento alzando il numero di firme necessarie o altre manovrine subdole.
Non diamo per scontata la possibilità di richiedere i referendum!
Il diritto di voto è una delle forme di libertà individuale più importanti che abbiamo e una delle massime forme d’espressione democratica.
Dar voce alle idee attraverso il voto non è mai uno spreco.
Occorre schierarsi fermamente a favore della democrazia, e il modo migliore per farlo è votare alle consultazioni referendarie.
La stessa Repubblica è nata da un referendum, se ne ricordino coloro che pochi giorni fa festeggiavano enfaticamente il 2 giugno e oggi tacciono o invitano ad andare al mare....
Il 12 giugno non vi fate fermare da nessuno, votate 5 sì convinti!
I cinque referendum sono i seguenti:
Legge Severino
Il DL Severino prevede automaticamente -oltretutto retroattivamente- incandidabilità, ineleggibilità e decadenza di politici e amministratori locali.
Per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva. Molti sono poi stati assolti perché risultati innocenti.
Votare Sì cancella ogni automatismo restituendo al giudice la facoltà di decidere l'interdizione, non è quindi vero che salva i corrotti, semmai restituisce dignità e valore alla magistratura!
Abuso della custodia cautelare
Migliaia di indagati per reati non gravi vengono privati della libertà nonostante non sia stato ancora riconosciuti colpevoli di alcun reato.
In Italia un detenuto su tre (31%) è in custodia cautelare, una vera e propria forma anticipazione della pena per accusati di reati minori, molto spesso poi assolti in fase processuale.
Votare Sì non cancella la custodia cautelare per i reati più gravi (mafia, terrorismo ecc.), è falso!
La carcerazione preventiva di imputati per reati minori, a volte per anni e anni, non ha alcuna utilità per la società. La realtà è che il carcere ha un impatto drammatico sulle esistenze di persone e famigliari ed è inoltre un notevole onere economico per l'Italia: 750 casi di ingiusta detenzione nel 2020 sono costati quasi 37 milioni di euro di indennizzi.
Separazione delle carriere dei magistrati
La figura del magistrato giudicante deve essere realmente 'terzo', a garanzia del delicato ruolo che detiene nel decidere della vita dei soggetti giudicati.
Oggi lo stesso magistrato passa più volte dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa, è accaduto addirittura nel corso dello stesso procedimento.
Occorre rompere accordi, commistioni e scambi tra magistrati della stessa corrente, le “porte girevoli” sono causa di conflitti di interesse.
Votare Sì porterebbe il magistrato a dover scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.
Il Pubblico Ministero farà sempre l'inquirente e l'accusatore, il giudice la figura sopra le parti processuali chiamato a decidere imparzialmente.
Valutazione dell’operato dei magistrati
Attualmente il CSM decide esclusivamente in sede di riunione dei soli membri togati.
Votare Sì affida la valutazione dell’operato dei magistrati anche ai membri laici del CSM, esperti di diritto ( docenti universitari e avvocati ) non appartenenti alle correnti.
Attualmente il 99,2% dei magistrati riceve valutazioni positive, evidenti valutazioni tra colleghi...
Riforma del CSM
Per candidarsi al CSM oggi un magistrato è costretto a raccogliere dalle 25 alle 50 firme di colleghi, cercando appoggi e partecipando necessariamente ai giochi di corrente.
I due terzi del CSM è composto da magistrati eletti che decidono di assegnazione di incarichi ai suoi componenti, di trasferimenti e nuove destinazioni attraverso una logica spartitoria e consociativa.
Votando Sì, si tornerebbe alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura.