Non c'è pace senza diritto
Tanto tuonò che piovve, a dispetto dei soloni da tastiera di varia levatura che hanno avuto il loro momento di gloria nello sbeffeggiare i servizi americani colpevoli di aver sbagliato la data dell'attacco russo.
Ma poco importa, i Travaglio e i Di Battista e i contorni di ogni sfumatura e colore sopravviveranno anche a questo, citando De Gregori 'Non è mica da questi particolari Che si giudica un giocatore, Un giocatore lo vedi dal coraggio, Dall'altruismo e dalla fantasia'... in questo caso altruismo poco ma quanto a fantasia... non c'è storia!
Nel mio vivere quotidiano sono solito affermare che ognuno esprime il combinato disposto tra la propria personalità e quanto di quella personalità gli altri accettano, condividono o banalmente permettono di essere.
In soldoni, ognuno di noi è stronzo tanto quanto chi gli sta intorno gli permette di essere!
Ed è esattamente ciò che accade anche ad ogni uomo di potere, sia esso Putin o Biden.
Quindi diciamolo nudo e crudo: Putin ha aggredito l'Ucraina proprio grazie all'assenza voluta e dichiarata degli Stati Uniti, altro che crisi generata dalle provocazioni ucraine e Nato!
Putin, quello degli oltre 50.000 civili morti o scomparsi in Cecenia, quello della Georgia.
Non intendo qui mettermi a controbattere ai filoputiniani da Asilo Mariuccia con i loro 'sì ma l'atlantismo', 'sì ma gli amerikani in Iraq e a Cuba', 'sì ma i sionisti (o israeliani, entrare nel dettaglio per loro è irrilevante)', che la sindrome del tifoso resti rilevante solo nelle bolle personali dei social.
L'oligarca russo (breve inciso a margine: gli oligarchi, piccoli o grandi, di qualsiasi ideale politico siano, si riconoscono sempre tra di loro, basta guardare l'evidente sintonia tra i Putin, i Berlusconi e i Bush) ha avuto la possibilità di realizzare una parte del suo sogno di aggregazione imperiale solo grazie al vuoto lasciato dall'occidente.
Un 'personaggietto' capace di far balbettare il suo ministro degli esteri durante gli incontri al vertice e capace di zittire brutalmente il capo dei suoi servizi segreti pur di esporre al pubblico il suo potere assoluto, ha avuto campo libero per 'rinuncia dell'avversario'.
Detto questo, dobbiamo seriamente riflettere su questa rinuncia, perché -non giriamoci intorno- il problema non è la 'rinuncia' in quanto tale ma proprio la definizione del campo avversario all'oligarca russo.
E tralascio le considerazioni morali sulla posizione dell'occidente che ha abbandonato l'Ucraina all'antico tristissimo grido 'Ma morire per Danzica, no!'.
Nel corso degli ultimi decenni gli USA hanno sostanzialmente modificato il loro ruolo internazionale a fronte dei diversi equilibri determinati dalla crescita del gigante Cina e dal disfacimento dell'ex Unione Sovietica. Dal precedente confronto fortemente ideologico USA vs URSS i rapporti internazionali si sono rapidamente spostati sul terreno esclusivamente economico.
La 'minaccia' per l'economia statunitense è ora rappresentata da Xi Jinping e dal suo schiavismo capitalista di Stato, mentre la federazione Russa e la sua catena di comando si identifica oramai perfettamente con l'oligarchia economica totalmente integrata nel sistema capitalistico occidentale. Se ne facciano una ragione gli epigoni del comunismo, è ora di abbandonare l'idea che l'Unione Sovietica sia (se mai lo fosse stata...) il territorio di opposizione al capitalismo e all'imperialismo.
Ed è proprio questo spostamento di interessi degli Stati Uniti ad aver messo a nudo le colpe dell'Europa.
La conseguente 'rinuncia all'impegno' degli USA mette drammaticamente a nudo l'assenza del soggetto europeo.
Le mosse sullo scacchiere del vecchio continente oggi dipendono solo ed esclusivamente da quanto sono in grado di fare ed esprimere i paesi dell'UE, l'invasione dell'Ucraina ne è la tragica cartina di tornasole.
Putin è a Kiev perché gli USA hanno altri interessi prioritari ma -soprattutto- perché l'Europa non c'è.
Altro che colpa della Nato e della stessa dirigenza ucraina (e poi basta con questa teoria che in fondo è colpa della vittima che ha provocato, è veramente vomitevole sentirlo nel 2021!), altro che colpa dell'industria delle armi e dei vari variabili supposti guerrafondai.
Fin dal 1989 -oltre 30 anni fa...-, a partire dal pensiero di Marco Pannella, alcuni hanno lavorato al progetto politico della creazione di un corpus di leggi internazionali sui diritti degli individui e sull'affermazione della democrazia e della libertà nel mondo.
Da oltre trenta anni che si propongono gli Stati Uniti d’Europa, come unica vera fattuale alternativa sia all’assetto intergovernativo dell’Unione europea che ai nazionalismi politici ed ai protezionismi economici.
Proposte allora ignorate, derise ed etichettate come piccolo borghesi, perché il problema era la lotta di classe.
Nel frattempo, per questa idea forte qualcuno perdeva la vita, e voglio ricordare l'amico Andrea Tamburi assassinato nel febbraio 1994 a Mosca a causa del suo impegno per la transizione democratica delle nascenti repubbliche ex-sovietiche.
Molti di coloro che allora snobbavano ora lamentano la debolezza dell'UE, l'assenza di istituzioni politiche europee capaci di affrontare i temi delle migrazioni ed oggi della guerra.
Covo un certo astio, lo ammetto senza vergogna.
Ebbene la pace non è un valore astratto, la pace è la risultante del rapporto di forza tra le diverse realtà politiche, economiche, ideologiche.
Non ci può essere pace senza diritto.
Questo secolo ha bisogno dell'Europa, non giriamoci intorno.
Anche il superamento della Nato e della dipendenza dagli Stati Uniti non può che passare attraverso la costruzione del soggetto Stati Uniti d'Europa.
Altrimenti è e sarà sempre e solo schiacciamento fra i tre poli USA-Russia-Cina.
Oggi possiamo solo ringraziare la forza e il coraggio di chi nella federazione russa, nonostante il ricatto dello stato e le botte delle forze speciali, esprime il dissenso verso lo zar.
Ben altro valore confronto al nowar semplicisticamente antiamericano nostrano.
'Friends, in protest against the Russian invasion of Ukraine, I am resigning,You can't work for a killer and get paid by him.'
Elena Kovalskaya, the director of the Meyerhold Center theater in Moscow