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Il paradosso del Veneto ha un padre

C'è una regione in Italia che  dall’introduzione delle misure differenziate a livello regionale, introdotte dal governo nei primi giorni di novembre, è sempre stata classificato zona gialla, dunque  con il livello di restrizioni più leggero: il Veneto.
Nell'ultima settimana, seppur troppo lentamente e con andamento altalenante, sia nelle altre regioni italiane, sia a livello nazionale, i casi di nuovo contagio da coronavirus o calano lievemente, o rimangono costanti.
In Veneto succede l'opposto: la regione è attualmente quella con più casi positivi in rapporto alla popolazione, ed e l’unica in cui i contagi stanno salendo senza interruzione.
Ora, abbandonando le personali preclusioni politiche determinate dal governo locale leghista, il 'caso Veneto' rappresenta perfettamente la pochezza della politica sanitaria espressa dal governo Conte nell'affrontare la pandemia Covid 19.
Senza mai poter dimenticare il metodo attuato (anticipazioni, fughe di notizie => esame della risposta in termine di popolarità => deliberazione), tutti i provvedimenti attuati rispondono a una politica passiva, di difesa conseguente all'andamento della pandemia, di contenimento.
Il governo, per definire le aree, gialla, arancione o rossa, usa ben 21 criteri, diversi dei quali sono riferiti alla situazione delle strutture sanitarie: ebbene, paradossalmente, la tenuta dei servizi sanitari -cioè la pressione sugli ospedali- pur essendo un principio inattaccabile è il cavallo di Troia che ha messo in ginocchio oggi il Veneto.
Il Veneto era una delle regioni più attrezzata come previsione di posti letto, terapie intensive e personale addetto alla ricezione e cura. Proprio per questo la regione è rimasta sempre classificata in zona gialla.
E gli aumenti di contagi ne sono l'effetto: il virus ha circolato e circola di più, di conseguenza più gente si ammala e muore.
La zona rossa ora è l'ennesima decisione a posteriori, che può solo contenere i danni: ma quei danni sono provocati dall'inedia e dall'incapacità di prima. Non si scappa.
Non si è pensato ad 'attaccare' la pandemia emanando misure atte a impedire i contagi, l'azione del governo è stata ancora una volta solo difensiva.
Prevenzione e preparazione sono sconosciute a Conte, Speranza, Boccia, Pd e M5s e Leu.
Il Ministero della salute naviga a vista, che sia Speranza o Sileri o Zampa ogni dichiarazione è da brividi, la confusione dilaga.
Per non addentrarci nella questione vaccini!
E' in atto una grande campagna mediatica governativa per rassicurare la popolazione (meglio dire l'elettorato forse...) sul fatto che l'Italia è pronta ad aprire la campagna vaccinale, come se dipendesse esclusivamente dai tempi di approvazione dell'Ema...
Staremo a vedere, purtroppo molte autorevoli voci esprimono almeno qualche perplessità su vari aspetti, dal personale necessario e non ancora presente, alle siringhe, ai gazebo petalosi alla primula.
Nota: nel frattempo aumentano incarichi e poteri dell'ineffabile Arcuri, ora -in qualità di Ad di Invitalia- lo ascoltiamo anche affermare 'Un'Ilva che produrrà acciaio in modo sostenibile e che sarà rilanciata dallo Stato'!
Altrove, nelle more,  anche il re di Svezia chiede scusa, 'Abbiamo fallito'.
Accadrà mai una cosa simile in italia?
No, qui si naviga a vista, in confusione totale, a meno di sei giorni da natale nessuno sa ancora cosa accadrà, commercianti, cittadini, fornitori, congiunti. Aspettiamo tutti l'ennesimo DPCM che creerà ulteriore confusione ed esorterà in toni paterni al rispetto delle regole non scritte.
Paternalismo.
Pronti tra qualche giorno a veder tutto smentito e sovrascritto da un altro DPCM.
Per finire, nelle ultime ore Haftar ha convocato a Bengasi il governo italiano nelle figure del Presidente del consiglio Conte e dell'inconsapevole Ministro degli Etseri Di Maio. Con loro l'imprescindibile Rocco Casalino che si è premurato di regalare al mondo una foto in cui era evidenziata la localizzazione geografica della posizione degli esponenti del Governo italiano in territorio di guerra.
Il Grande Fratello prosegue, in chiaro senza costi di abbonamento.
Se potete e se volete buone feste a tutti.


Foto di Bicanski da Pixnio