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Stato di necessità, stato etico, stato... confusionale


Covid-19 causa morte, troppa e maledettamente crudele nella sua solitudine,Covid-19 con l'andare del tempo produrrà squilibri psicologici, Covid-19 produce schizofrenico dibattito che spesso fa trovare schierati su parti contrapposte con posizioni soggettivamente inimmaginabili.

La paura, che tutti abbiamo, seppur magari inespressa, nascosta o inconsapevole, induce in reazioni immediate talvolta isteriche, molte volte determinate dalla pancia senza nessun transito per il cervello. A queste reazioni si aggiungono gli speculatori politici, per mestiere o per pochezza di contenuti, che abusano dell'emergenza attuale per riaffermare teorie anche corrette ma che purtroppo nulla hanno a  che vedere con gli sviluppi odierni.

I temi in discussione sono immensi, meritano riflessione, meritano tempo e raziocinio.

Oggi siamo di fronte al dover definire quale sia il discrimine tra salvaguardia della salute pubblica e libertà individuali.

Sia chiaro, non ho nessuna verità in tasca, solo qualche convinzione personale e tanti dubbi...
Già oggi siamo al limite del discrimine, i DPCM che hanno ridotto la mobilità sono oggetto di critica costituzionale, reale o forzata che sia nessuno può negarne la legittimità.
Alcuni arrivano ad affermare che  'lo stato di diritto sta saltando... ma si tratta di scegliere: o la vita o la libertà', altri, all'estremo opposto, controbattono 'La responsabilità è la sola arma che i cittadini hanno nelle democrazie, non l'obbligatorietà'.
Se prendessimo le due affermazioni in è, isolate, private dell'attualità, potremmo anche riuscire a condividerle entrambe contestualizzandole in epoche storiche diverse. Quanti non hanno parteggiato per rivolte popolari contro stati apparentemente legittimi? Quanti non rivendicano la propria libertà di fronte all'invadenza dello Stato?
Ma no, non possiamo fare a meno di contestualizzare, qui ed ora, i nostri ragionamenti, cercando il miglior equilibrio e -soprattutto- il miglior sistema di contrappesi.
E' vero, la responsabilità singola sembra non bastare: nonostante la necessità di tutelare un bene comune come la salute, una certa quota di cittadini elude o non rispetta gli obblighi definiti con i diversi DPCM.

Non servono le app di tracciamento, basta affacciarsi per vedere capannelli di persone, runners della domenica, sfaccendati e fauna varia.

Ma attenzione, non c'è solo la disobbedienza dei furbetti o degli incoscienti: questo aspetto non deve farci chiudere gli occhi rispetto alle responsabilità di chi -ad esempio in Lombardia- ha voluto tenere aperte le fabbriche (comprese quelle non strettamente necessarie al funzionamento della filiera agroalimentare) e di conseguenza il sistema di trasporti pubblici (peraltro ridotto) che come testimoniano le immagini dell'alba di queste mattine a Milano è congestionato...

Bene farebbe Spadafora, prima di fantasticare sulle attività all'aperto, a intervenire con il suo Governo per chiudere tutte le fabbriche non strettamente necessarie, intervenendo anche nel contempo sulla reale sicurezza di quelle che sono costrette alla produzione.
Ora, subito, senza se e senza ma, anche contro Confindustria lombarda.
Perché bisognerebbe spiegare a Confindustria che è inutile produrre merce se nel contempo cooperi nello sterminare i compratori del domani...

Ma Spadafora è quello che è riuscito pochi giorni fa a farsi deridere e prendere a pesci in faccia da Sky, lega Calcio etc...

E se da parte del Governo si rilevano queste terrificanti mancanze e responsabilità dalle parti sociali l'orizzonte sembra non esser migliore...

Detto -e sottolineato con forza- il non pervenuto dei sindacati metalmeccanici rispetto alle fabbriche lombarde (e forse a questo punto son solo di quel territorio), emerge la sensibilità di alcuni sindacati scuola capaci di quisquiliare sulle mansioni di correzione compiti a distanza, senza aver nulla da dire in merito al diritto/necessità del personale docente di essere formato per le nuove modalità di FAD.
Sensibilità sociale zero, sensibilità diritti dei lavoratori zero.

Sindacati oramai incapaci di cogliere il senso dello sfruttamento del lavoro, burocrati della propria esistenza, umana  e politica.

E come non spendere una parola per la grande quantità di soggetti, singoli, politici, associativi, di area, che sembrano far risalire la tragicità del momento, le difficoltà nel trovare soluzioni sempre e solo a quelli che c'erano prima, a quelli che hanno ridotto il SSN, a quelli che hanno tagliato, a quelli che...

Premesso che condivido buona parte delle critiche rispetto a come si è gestito il SSN, così come in generale la gestione del pubblico e del welfare, realisticamente, onestamente, come si fa a sostenere che oggi non siamo in grado di affrontare questa emergenza a causa dei tagli degli anni precedenti?
Orsù, diciamo la verità senza dover per questo giustificare alcunché degli interventi regressivi attuati, neanche il sistema sanitario in vigore nel pieno del boom economico avrebbe potuto reggere l'impatto della pandemia Covid-19.
Le vecchie responsabilità non decadono, ovvio, ma arrendiamoci di fronte all'evidenza, e facendolo soprattutto affrontiamo il vero grande tema a cui questa emergenza sanitaria ci mette di fronte: la nostra società, il nostro sistema di vita non è in grado di reggere eventuali altri impatti di queste dimensioni, ma purtroppo è credibile e realistico ipotizzare che la globalizzazione irreversibile ci porterà a confrontarci con analoghe situazioni in cicli di tempo sempre più ravvicinati.
Quello che è in discussione oggi è il rapporto uomo mondo animale, uomo natura, e solo di conseguenza sistema produttivo, sociale relazionale.
L'essere umano non può più pensare solo a se stesso, non può più sfruttare il mondo animale per la propria esistenza, non può più pensare di dominare la natura.
Questa è la tematica di oggi. Questa è la frontiera dell'essere di sinistra oggi. Questa è la battaglia di libertà oggi.

Altrimenti l'effetto farfalla continuerà ad essere tristemente riproposto e sintetizzato in 'un uomo mangia un pipistrello in Cina e tu il giorno dopo ti ritrovi disperato a cantare idioti inni nazionali al balcone'!

Tornando all'oggi, laddove la situazione contingente ha richiesto e richiede modalità eccezionali, occorre preoccuparsi della predisposizione dei contrappesi che garantiscano gli equilibri della convivenza sociale e democratica.

La ridotta attività parlamentare dovrebbe essere un campanello di allarme serio, su questo occorre intervento e mobilitazione.
Il nostro concetto di Stato non può ridursi a mera attività di governo, peraltro emergenziale ed esercitata da un gruppo disomogeneo e in molti rappresentanti -purtroppo- totalmente incapace di comprendere e di volere.
L'uomo solo al comando non fa bene, nè come salute sociale nè come capacità di gestione.
Il pericolo oltre che per l'oggi è per il domani: ad esser sani di mente, per quanto critica sia la situazione,  oggi occorre prefigurare cosa può accadere domani.

E gli scenari politici di questo paese, un paese che da 50 anni fa dell'emergenza la quotidianità di gestione, da questo punto di vista non lasciano intravedere nulla di tranquillizzante.

Occorre ripensare, e in fretta, a come esercitare la democrazia...


immagine di Mohamed Mahmoud Hassan