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Didattica a distanza, distanza tra informazione e realtà, solo propaganda...

L'improvvisa chiusura delle scuole ha fatto emergere le problematiche di un comparto che -da sempre nell'indifferenza generale- rimane base della formazione sociale.

Prima di  Covid-19 già esisteva, ed era in forte espansione, un'area di sperimentazione, intesa soprattutto come una quota di mercato, di sviluppo di piattaforme digitali di sostegno della formazione a distanza.
Uno spazio deregolamentato, uno spazio in cui istituzioni e operatori della scuola erano attori comprimari, anzi, diciamolo, molto spesso solo 'potenziali clienti', non committenti. Nessun Ministro dell'Istruzione ha mai affrontato la tematica pianificando una politica educativa che dettasse le linee per predisporre gli strumenti di formazione a distanza.

Come spesso accade la parola chiave è 'strumenti'.

La formazione a distanza è, e può essere solo, uno strumento che si aggiunge al ventaglio di strumenti adottati per insegnare, per fare scuola.
Confondere lo strumento con l'orizzonte del modo di insegnare significa perdere di vista completamente la funzionalità educativa della scuola.
La scuola non è mera erogatrice di nozioni, la scuola è il primo momento di vita sociale, di apprendimento delle regole di convivenza, di esercizio delle relazioni sociali.
La scuola prima di tutto educa a stare insieme, ad essere comunità.

E questo non può avvenire a distanza, ognuno chiuso nel proprio bozzolo.

L'assenza totale del ministero dell'istruzione ha fatto sì che il mercato si sia sviluppato su linee progettuali ben diverse.
I grandi del web hanno nel corso del tempo realizzato piattaforme definite di E-learning che altro non sono che la rimodellazione delle diverse esperienze di condivisione già ben realizzate negli anni.
La formazione a distanza diviene così uno step del grande Drive virtuale, uno dei tanti cluster del Cloud.
A ruota le aziende che erano già sul mercato con i registri elettronici (RE) hanno sviluppato software paralleli, se possibile ancor più limitati, concettualmente e operativamente.
Oggi il mondo insegnate è sommerso da offerte di 'piattaforme' -tutte gratuite ovviamente, il mercato sa usare  benissimo i momenti di crisi per introdurre nuovi prodotti- senza avere  il minimo strumento per discernere, scegliere e conseguentemente usare al meglio.

All'inadeguatezza degli strumenti, costruiti o su mere logiche di mercato o su lineari logiche di programmazione, mai su indicazioni didattiche, si somma l'inadeguatezza del corpo insegnante.

Un corpo insegnante abbandonato a se stesso da anni, privo di ricambi adeguati, deprivato politicamente, mai realmente aggiornato, oggi è schiacciato tra mille spinte: la coscienza personale della necessità di essere insegnanti anche e soprattutto in un momento difficile come questo,  le richieste della famiglie, le decisioni gerarchiche, dal Ministro in giù.

Salta subito agli occhi il caos dirigenziale di queste settimane, scuole chiuse ma necessità di far accedere gli studenti per riprendersi libri e materiali, Ministro silente, provveditori e dirigenti locali conseguentemente altrettanto silenti, dirigenti scolastici che emanano circolari consigliandone nel contempo sottobanco la disincentivazione alla realizzazione dei comportamenti (un esempio per tutti la denuncia alle maestre di Invorio).

Come sempre alla fine la responsabilità cade sull'ultimo anello della catena!

Anche nel mondo della scuola Covid-19 dimostra l'inadeguatezza di certi ministri di questo Governo...
Irrealistico chiedere interventi di progettualità avanzata o interventi di direzione sulla strada intrapresa, lo comprendo, ma almeno operare nel tentativo di tamponare le falle evidenziate in questa situazione di emergenza?

E' così difficile ipotizzare l'utilizzo di parte minima dei fondi destinati a governare l'emergenza ad esempio per la formazione del corpo docente all'utilizzo degli strumenti di formazione a distanza?

Sì signor ministro, lei dovrebbe saperlo che oggi alcuni docenti fanno formazione a distanza mandando qualche compito attraverso WhatsApp, altri si cimentano nella sperimentazione delle più svariate piattaforme completamente privi di conoscenze di base, altri si trastullano nell'immancabile incapacità di uscire dalla consuetudine (una nota è d'obbligo... come fanno i Cobas a confondere lo sfruttamento del lavoro con la situazione di emergenza attuale? Come fanno i Cobas a dire ai propri iscritti che fare formazione a distanza non è obbligatorio se non deliberato dal Collegio dei docenti?).
Lei signor Ministro dovrebbe sapere che è improcrastinabile fornire gli strumenti ai docenti, che occorre formazione, presto, subito, ora!

Destini immediatamente una parte di fondi alla formazione dei docenti, costruisca futuro signor Ministro Azzolina, utilizzi il periodo di chiusura della scuola per aiutare gli insegnanti ad essere all'altezza.

Salga a bordo Ministro!

Altrimenti lei rimarrà nella memoria solo come l'unico ministro che ha partecipato a un concorso da ministro in carica, triste primato non crede?