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NO al referendum del 29 marzo, NO al taglio dei parlamentari

Il taglio dei parlamentari è una pseudo riforma, espressione populista dietro cui non c’è la benché minima idea di riforma dello Stato, solo il vuoto dell'odio.
E' da notare peraltro come i promotori di questa scellerata legge in nome della protesta dei cittadini, il Movimento5  stelle, seguito a ruota per 'necessità' dalla quasi totalità dei partiti, siano i primi ad essere contrari al referendum, massima espressione della vera democrazia diretta!
Con la consultazione popolare si chiederà di confermare o meno la riforma che taglia i componenti dei due rami del parlamento: dagli attuali 945 si passerebbe a 600, con i senatori che scenderebbero da 315 a 200 mentre i deputati dagli attuali 630 a 400.
Si tratta di una vera follia, con il pretesto della riduzione irrisoria della spesa pubblica dello 0,007%, che di fatto comprometterà la democrazia, il pluralismo e la rappresentanza politica nel Parlamento italiano.
La conseguente riduzione dei collegi elettorali comporterà una svolta elitaria delle campagne elettorali, partiti e persone saranno chiamati a spendere più soldi per le pubblicità elettorale.
Avere meno rappresentanti è il modo migliore di impedire a deputati e senatori  di lavorare per avere leggi migliori.
Il taglio dei parlamentari non è una riduzione dei costi della politica (decine di studi dimostrano la risibilità della cifra a bilancio risparmiata), è solo ed esclusivamente un taglio della rappresentanza: si amputa la democrazia rappresentativa.
E' una modifica che rafforza i partiti a discapito della rappresentanza.
I veri costi della politica da tagliare sono ben altri, a partire dal finanziamento pubblico.
Molto più efficace, utile e necessario sarebbe sostituire il flusso di denaro pubblico con la fornitura dei servizi necessari allo sviluppo e all'opera delle aggregazioni politiche e sociali.