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Siate diversi, ora da Genova TAV e incentivi trasporto su ferro

Dopo il crollo del Ponte Morandi, fermo restando le responsabilità da accertare per eventuali incurie manutentive, una seria riflessione politica e di governo dovrebbe portare a ragionare sulle cause che hanno portato allo stress dell'infrastruttura che, non governato, ha condotto alla tragedia di Agosto.

Un'opera progetta, realizzata e Inaugurata nel settembre 1967, dopo 4 anni di lavori.
Qui si può leggere l'articolo di Riccardo Morandi del 1967 con tutti i dettagli progettuali.
Qui invece le riflessioni del progettista Morandi in un rapporto internazionale del 1979.

Non bisogna certo essere  ingegneri per comprendere come deterioramento naturale della struttura ed effetto dei carichi mobili esponenzialmente moltiplicati in dimensioni, peso e numero nel corso di oltre 50 anni possano essere concause indiscutibili del tracollo della struttura.

Ora ci sono due dimensioni, quella delle responsabilità, in mano alla magistratura che deve individuare tutte le responsabilità, provandole, di eventuali inefficienze, errori, sottovalutazioni e quant'altro, e quelle di governo, della politica.

Ed è su questa seconda che si misura l'intelligenza e la capacità di rinnovamento di chi deve prendere decisioni: mai come in questa occasione è possibile intervenire pesantemente sul flusso di decisioni e iniziative che possono modificare il trend attuale.

Si abbia il coraggio di spostare il flusso del trasporto merci dal trasporto su gomma a quello su rotai, si realizzino immediatamente infrastrutture di collegamento TAV tra Genova e Bologna e tra Genova e Milano, si metta in collegamento il porto di Genova con la dorsale ferroviaria adriatica attraverso l'hub di Bologna, si metta in collegamento il porto di Genova con Milano (e conseguentemente Torino e la famosa TAV con la Francia) per favorire il trasporto merci verso tutto il nord Europa.
Ridurre il traffico su gomma, ridurre le necessità dell'infrastruttura autostradale, ridurre l'inquinamento, i costi di manutenzione, salvaguardare città cittadini e ambiente anche attraverso l'incentivazione del trasporto su ferro.
Un governo che sia realmente del cambiamento, non solo della propaganda, che defiscalizzi e/o renda detraibili i costi di trasporto su ferro, rendendoli convenienti a tutti, a chi produce, a chi trasporta e a chi semplicemente vive in quei luoghi.

Basta propaganda, ora si metta mano alle opere utili, le infrastrutture necessarie, oltre ogni ideologia, che si separino le dimensioni giudiziali da quelle politiche.

E che gli sciacalli tornino nella loro buia foresta mentale...