Cose della vita | news.php?n=143 | Politica e cucina
Icon - Roma

Gli epigoni del 'sì ma...'

Tra i tanti mestieri che si annidano nella politica è di gran voga in questi anni l'epigono, letteralmente 'Discepolo o successore, di solito inferiore e decadente, senza personalità né capacità creativa'. Dopo aver assistito per anni (a dir la verità assistiamo tuttora…) al diffondersi virale ‘sì ma il PD…’, degno erede del ‘ma anche…’ di veltroniana memoria, stiamo assistendo al propagarsi velocissimo del ‘sì ma l’europa’.

Il leit motiv di fondo è antico come il mondo, la necessità di trovare un altrove dove scaricare responsabilità, mancate analisi, incapacità progettuali, inesistenze strategiche… Quelli che ‘la società fa schifo’ e si adagiano sulle colpe degli altri!

E’ talmente ovvio che quanto accade oggi con Salvini che fa politica utilizzando corpi e vite di bambini, donne e uomini non è altro che la naturale prosecuzione di una storia che affonda nei secoli da rendere poco comprensibile come menti solitamente capaci quantomeno di analizzare si rifugiano nel meccanismo del ‘sì ma…’.

Dietro Salvini c'è la demenza politica dei Toninelli e dei Di Maio, c’è la sciagurata politica del PD di Renzi, Orfini e Minniti, dietro di loro c’è la sciagurata politica della grandeur francese che ha dissolto la Libia, un po’ più indietro c’è la responsabilità di un’europa senza politica comune e senza senso della strategia, dietro, o forse a fianco, o forse davanti… c’è una dissennata politica economica di alcuni singoli stati che hanno ampliato senza limiti il dislivello sociale nel mondo.

Dietro non c’è un colpevole, dietro ci siamo noi, con  nostri smartphone la cui costruzione implica l’uso di minerali che costano guerre e morti e migrazioni in africa, i nostri costumi, i nostri stili di vita.

E allora se l’europa che c’è fa schifo, ed è causa -e non soluzione- dei conflitti diventa non utile, ma necessario l’impegno al miglioramento, alla crescita, all’affermazione di diritti e di doveri, all’impegno comune, nascondersi dietro il ‘sì ma l’europa…’ nasconde solo se stessi.

Occorre sporcarsi le mani, occorre avere degli ideali, occorre impegnarsi per raggiungere traguardi progressivi.

Questa europa non è la mia europa ma credo sia inevitabile e necessario andare oltre i nazionalismi per affrontare le sfide del presente e del futuro.

Il Pd non è il mio partito ma credo sia necessario avere una sponda per portare avanti battaglie su diritti civili e libertà.

Far politica non è rinfacciare le colpe, essere altro non è semplice rifiuto.

E se destra e sinistra non esistono più, rimangono i diritti umani, i diritti civili e le libertà, e chi queste cose le nega e le limita.

Io so da che parte stare!