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Vincitori e vinti elezione amministrative 2016

Una premessa è d'obbligo, ogni opinione si basa su un punto di vista che necessariamente è soggettivo, senza pretesa di essere verità assoluta. E dire che una parte X ha perso voti o ha perso in percentuale non significa necessariamnte dire che un'altra parte Y abbia vinto.
Questi sono ragionamenti per tifosi, non appartengono alla sfera della politica.

Un rapido esame delle medie, delle percentuali e dei risultati dovrebbe portare subito alla conclusione che la perdita di elettori ha colpito trasversalmente tutti, e tutti in questo senso hanno perso.

Una nota particolare -dal mio punto di vista- va sul Movimento 5 stelle, oltremodo incensato per risultati, a detta di qualcuno, sorprendenti.
Al contrario mi sembra evidente che M5S avrebbe dovuto andare in controtendenza rispetto agli altri schieramenti, potendo fruire di tre aspetti innegabilmente a suo favore:

  • è il movimento politico che raccoglie il voto di protesta e reazione (sì, diciamolo chiaramente, c'è molto di reazionario nel voto grillino) e quindi nel breve inevitabilmente destinato a crescere;
  • in ambito locale raccoglie un voto d'opinione più allargato potendo contare su figura non sputtanate e non dovendo apparentemente scontare le posizione di Casaleggio/Grillo;
  • mai come in questa occasione ha potuto contare su situazioni locali disastarate su tutti i piani;

eppure M5S a Milano, dove lo schieramento post Pisapia  era palesemnete spostato al centro lasciando per strada enormi pezzi dell'esperienza precedente, e a Napoli, dove le scorie di decenni di clientelismo bassoliniano, le beghe piddine e l'incosistenza del sindaco uscente avevano aperto una prateria, in entrambe le città M5S ha perso enormi quantità di consensi.

E Roma, da tutti esaltata come grande vittoria?
Roma, saccheggiata da Alemanno e soci, Roma devastata dal PD e i suoi corrotti/corruttori, Roma in mutande... PD + An + FI hanno messo insieme oltre il 60%!
M5S in quello scenario estremamente favorevole ha incrementato (caso unico nei grandi centri) il proprio consenso di soli 17.000 voti...
Poi, per carità, in politica sono tutti vincitori ed ognuno legge quello che vuole leggere, oggettivamente, per quanto mi riguarda,  qualche riflessione sarebbe d'obbligo.

Tornando a Napoli, è opportuno sottolineare che tutti gli ultimi sindaci uscenti (persino la Jervolino...) erano riusciti ad ottenere la riconferma al primo turno, eppure neaanche taroccando il logo (incredibile lo squallore dell'utilizzo di 'dem' con l'evidente intento di raccattare l'errore di chi avesse voluto votare il  dem del PD... siamo nel 2016 ma il metodo Lauro, opportunamnete rimodernato, a quanto pare esiste ancora) il sindaco uscente c'è riuscito!

Infine alcune considerazioni personali, dichiaratamente di parte.
Il post elezioni sta facendo emergere il vuoto assoluto che si è creato nell'area a  sinistra del PD.
In giro, ad esempio, si leggono analisi che trasformano l'ex magistrato sindaco uscente  di Napoli -autore di un primo mandato incolore e di cui non si rileva traccia significativa- coadiuvato da ex Pm ed ex CC in una figura zapatista.... oppure si leggono schieramenti a favore di questo o quel candidato grillino in pura ed esplicita ottica anti PD...
Una considerazione a margine devo farla riguardo all'anti renzismo dominante in tutte le opposizioni: ebbene siamo palesemente alla riedizione dell'anti berlusconismo. Tutti uniti contro, ma senza un'idea in comune, anzi, spesso e volentieri proprio senza neanche un'idea.
Eppure la storia dovrebbe essere maestra, ma in Italia la memoria è un lusso che pochi vogliono permettersi.

Schierarsi contro non porta  a nulla, occorre fornire idee, proposte, alternative.
E bisogna sapersi assumere le proprie responsabilità, perché -ad esempio- la degenerazione del PD laziale cresce anche grazie  a noi: ricordiamoci sempre che Buzzi nasce all'epoca in cui la distribuzione dei fondi regionali, anche e soprattutto per le coooperative sociali che tanto ci furono necessarie, passava attraverso figure ben definite dell'amministrazione di sinistra che ne facevano strumento clientelare di potere.
E forse, a dirla tutta, anche in altre regioni è accaduto lo stesso, seppur con degenerazioni minori o diverse.
In quel piatto abbiamo mangiato, oggi sputarci dentro in silenzio è troppo facile!

Se la sinistra non adegua i porpri strumenti politici, se rimane legata esclusivamente ad un'analisi di classe sarà insesorabilmente relegata a valenze sempre più minoritarie e inconcludenti, non incisive.

Per sconfiggere la reazione, il qualunquismo, l'arretramento culturale e sociale occorre riportare i diritti civili al centro del progetto politico.

Il diritto alla conoscenza si rivela sempre più primario e necessario: senza sapere, senza conoscere non si possiedono gli strumenti per decidere, per incidere, per essere protagonisti sociali.

A chi si affida all'essere 'contro' auguri, in fondo avere sempre un nemico è più rassicurante!