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Good bye PD good bye

La spericolata manovra bersaniana del doppio tavolo governo presidenza della repubblica è giunta al termine. La manovra a tenaglia 5 stelle / pdl ha strangolato le ambizioni di un uomo troppo 'onesto' per governare un partito privo di identità e incapace di fare politica.
In molti si sono involontariamente adoperati per l'implosione del PD, a partire dall'ormai ex Presidente che impose di non andare a elezioni anticipate nel momento del crollo berlusconiano. Da allora il PD ha inanellato scelte sbagliate una dietro l'altra, isolandosi e distaccandosi man mano dalla società reale. Convinti di poter fruire del consenso derivante dai fallimenti berlusconiani i democratici si son avvitati su se stessi perdendosi nelle battaglie di potere interne. Dalemiani, renziani, veltroniani, cattolici etc etc. Nel frattempo la demagogia a 5 stelle ha eroso consenso puntando su un populismo di facile presa, raggrumando istanze tra le più diverese e incompatibili tra di loro.
Bersani per la formazione del governo ha puntato sul lento logoramento del gruppo a 5 stelle, ma anche allora è intervenuto a gamba tesa l'ex presidente, negando spazi di manovra all'ex segretario pd e soprattutto rilegittimando il cavaliere nella chiara, espressa intenzione di riesumare la solidarietà nazionale.
La pretesa dei due tavoli è miseramente fallita alla prova dei fatti, ovviamente l'accordo con il pdl non può non produrre un governo delle larghe intese, e l'elettorato pd non digererirebbe questa ipotesi.
Ora, bruciato Marini e bruciato Prodi, le ipotesi in campo portano tutte alla fine del pd, senza ombra di dubbio.
Accettare Rodotà significherebbe consegnarsi alla demagogia 5 stelle (bene avrebbe fatto Rodotà a ritirarsi quando è stata avanzata la candidatura prodi), governo di breve durata e di effetto devastante sul pd.
Cosa altro rimane? D'Alema a garanzia del salvacondotto a Berlusconi (l'esito delle prossime elezioni è talmente scontato in questa ipotesi da renderle paradossalmente inutili), o, peggio se possibile, rielezione di Naplitano con unità nazionale a devastare ciò che rimane di questo piccolo stato che si sta dimostrando l'Italia.
Servirebbe un gesto di coraggio, una convergenza di persone per bene sul nome di Zagrebelsky, ma per questo occorrerebbe un partito democratico, che oggi non c'è.