Vincitori, presunti vincitori, sconfitti
L'elezione del Presidente della Repubblica si è rivelato un vero psicodramma per la politica italiana, parafarasando una nota canzone, tutta la vita in un giorno.
Da questa Sanremo dei partiti esce un solo ed unico vincitore, quel Silvio Berlusconi (paonazzo di fronte alla candidatura Prodi) un anno fa dato per politicamente morto che in questo ultimo mese ha messo le basi per un predominio politico la cui fine potrebbe essere proprio il Quirinale. Capace di ribaltare a proprio favore la presunzione man mano sfoderata dai Santoro di turno, il Cavaliere ha di nuovo potere di governo e di indirizzo, ha di fronte un anno di campagna elettorale per portare il proprio consenso a punti forse mai raggiunti, finendo di disintegrare, semmai ve ne fosse bisogno, un avversario autolesionista quale è il centro sinistra italiano, inglobando le frange di centro diperse dal fallimento elettorale. Una sceneggiatura già vista, facile prevederne gli sviluppi.
Il Governo del Presidente Giorgio Napolitano II, con base programmatica sul documento dei saggi, porterà a termine l'operazione principale, il silenziamento della magistratura attraverso l'intervento sulle intercettazioni telefoniche (ben guardandosi dal metter le mani sullo scandalo normativo che permette a un magistrato di andare in aspettativa, candidarsi ein caso di trombatura tornare tranquillamente a svolgere la funzione di magistrato), il ripristino del Mattarellum, la riaffermazione del finanziamento pubblico dei partiti.
Basta e avanza, un anno di restaurazione intenso e impegnativo, complice un pd inesistente e un presunto vincitore, Grillo.
Si perché il presunto vincitore è proprio lui, il grillo a 5 stelle, colui che pensa di poter fare la rivoluzione partecipando alla politica senza parteciparvi.
I rivoluzionari in giacca e cravatta hanno creduto di poter vincere con l'intransigenza, con la forza della minoranza chiassosa, senza rendersi conto che la democrazia la si afferma e ripropone con la partecipazione, con il confronto, con il dialogo, con la politica.
Giorgio Napolitano II è anche molto figlio loro.
Rimangono gli sconfitti, le mille anime el PD, la cui Direzionale nazionale odierna ha confermato l'assoluta incapacità di leggere la situazione, di far politica, di esser attori e non comparse. Pieni di se stessi, dirigenti che si sentono poco tutelati (e non si dica che la scorta a far la spesa all'Ikea è sufficiente) lanciano slogan a dir poco criptici e preoccupanti, 'sovveniremo li dove sara necessario sovvenire....'.
Dimenticavo un altro vincitore virtuale, Vendola: autore di un'abilissima manovra politica attraverso cui è riuscito a riportare in parlamento una forza che raccoglie intorno al 3%, ha sfiorato l'obiettivo di esser forza di governo ben oltre la propria dimensione, in questi giorni rimasto travolto dalle macerie del PD ha abbandonato celermente l'alleanza alla ricerca di lidi utopici migliori.
E alla fine di tutto noi, che per sopravvivere forse dovremo pentirci di aver gioito di non morire democristiani!