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In difesa degli occupanti all’Università La Sapienza di Roma

Sottotitolo: ma voi ventanni li avete mai avuti o indossavate già il pigiama di pile?

Tanto per fare subito chiarezza, alcune risposte alle ovvie e sacrosante domande.

Condivido motivazioni ed obiettivi del collettivo studentesco che si è mobilitato per impedire la tenuta della conferenza sul “capitalismo buono” a cui erano stati invitati Daniele Capezzone, editorialista de La Verità, e Fabio Roscani, deputato di Fratelli d'Italia?
No, neanche un po', pur se sono pienamente solidale nel timore di dover ascoltare Capezzone...

E' antifascista impedire ad altri l'esprimere la propria posizione su qualsivoglia argomento?
No, antifascismo è difendere il diritto alla libera espressione di chiunque, anche del Capezzone di turno!

E' serio che un qualsiasi organismo politico, collettivo studentesco compreso, sospenda un'iniziativa di protesta per fruire del ponte di festività?
No comment, indifendibile.

Ma allora perché in difesa degli occupanti all’Università La Sapienza di Roma?
Perché sono ragazzi, giovani, ventenni che si esprimono, dicono la loro, anche se dicono cose da me non condivise, cazzate e slogan ideologici svuotati dal tempo e dalla realtà.

Ma lasciatela fare  a me una domanda: tutti voi che criticate, demonizzate, disprezzate, siete mai stati giovani? Avete mai avuto passioni? Appena nati avevate idee chiare e definite?  Sapevate già tutto?
Suvvia siate seri, nisciuno è nato 'mparato!

Ogni generazione ha prodotto i suoi errori, talvolta con un carico di conseguenze tragiche per se e per gli altri, probabilmente la mia più di qualunque altra, lo so molto bene purtroppo.
Ma è proprio per questo che oggi occorre difendere apertamente i ragazzi della Sapienza

E mi rifaccio al pensiero di Marco Pannella, per esser più chiaro.
'C'è una cosa, almeno, che unisce profondamente nonviolenti e violenti politici: gli uni e gli altri giudicano che la situazione storica e sociale nella quale vivono esige da loro di dare letteralmente corpo alle loro speranze e ai loro ideali, di ritenere comunque in causa la loro esistenza e di trarne le conseguenze. C'è una sorta di integrità che li unisce.
Ma gli uni ritengono che i mezzi prefigurino e determinino i fini; ed essendo dei libertari e dei socialisti la vita è per loro sacra, innanzitutto quella dei loro nemici; gli altri credono che i fini giustifichino i mezzi, e scendono sullo stesso campo dell'avversario, alzano anch'essi il vessillo dell'assassinio e della guerra, giusti e sacri.'


Chi fa politica attiva se lo ricordi, occorre convincere (dal lat. convinc?re, comp. di c?m ‘con’ e vinc?re ‘superare, vincere’).

E usare i manganelli per consentire l’esercizio di un diritto  -oltretutto in maniera del tutto spropositata e sproporzionata- è sempre intollerabile, che sia di origine 'democratica', 'fascista', o 'antifascista'.