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Democrazia privatizzata

Tra le novità introdotte, almeno così pare, dal neo Sindaco di Roma Virginia Raggi ve ne è una particolarmente significativa -purtroppo ben poco evidenziata nella sua problematicità da opinionisti e media nostrani- ovvero l'obbligo di sottoscrizione di un sedicente codice etico per tutti i futuri Assessori.
Detta così sembrerebbe un passo avanti in termini di impegno morale per i futuri governanti della capitale, ma leggendo ciò che filtra sul contenuto del documento di impegno (a proposito, come mai nessuno ha mai chiesto alla candidata Raggi di rendere pubblico il contratto da lei firmato con la Casaleggio Associati riguardo il suo ruolo di futuro Sindaco?) appare evidente che non si tratta assolutamente di un codice etico ma di un vero  e proprio contratto privato che lega prestatori d'opera ad un committente.

Dovrebbe essere noto a tutti uno dei principi fondamentali del diritto costituzionale, Il mandato imperativo o vincolo di mandato, norma giuridica per cui coloro che sono eletti a far parte di un organo, sono direttamente responsabili nei confronti degli elettori,  alla cui volontà hanno il dovere di conformarsi, o in caso contrario possono essere dagli stessi revocati.
Ebbene il codice etico pro/imposto dalla Raggi (in palese esecuzione alla volontà di Beppe Grillo e Davide Casaleggio) ai futuri membri della sua Giunta, piega e stravolge il mandato imperativo assoggettandolo a una responsabilità graduata verso soggetti privati.

In primis «le proposte di atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del M5S», ovvero Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia, Roberata Lombardi e Paola Taverna, nessuno dei quali si è mai presentato alle elezioni comunali di Roma ed è stato legittimato da un voto popolare. A questo va aggiunto quanto dichiarato dalla stessa Raggi «Davide Casaleggio ha un ruolo di garanzia. La sua legittimazione c'era già stata. Le decisioni saranno prese di concerto» nonché il contenuto del contratto (contratto tra privati) da lei sottoscritto con la Casaleggio Associati (cit. ad esempio «Le proposte di nomina dei collaboratori (7b) dovranno preventivamente esser approvate dallo staff coordinato dai garanti del M5S» - ossia Grillo e Casaleggio) .

Insomma, Sindaco e Giunta non risponderanno ai cittadini, a tutti gli elettori, ma -in gradi diversi- a soggetti che in ogni loro espressione sono frutto delle designazioni di Grillo e Casaleggio.
E attenzione, nessuno di questi soggetti appartiene ad organi, ovviamente di parte come è giusto che sia, eletti.

Il partito azienda oggi è realtà, alla faccia dell'ingenuo Berlusconi che ci ha provato per oltre 20 anni suscitando scandalo, ribrezzo e critiche da ogni dove.

Viene da chiedersi, ma se Roma doveva essere governata da un manager (tale per diritto ereditario e non per altro) milanese, non sarebbe stato più economico e opportuno fare un'unica tornata elettorale Milano/Roma (con i due candidati milanesi pari per meriti manageriali) dando al vincitore la carica di Sindaco di Milano e al secondo la carica di Sindaco di Roma?

Con buona pace degli amici della sinistra radicale che pur di vedere cadere il PD sono andati a braccetto con leghisti e destre varie... oggi la posta in gioco rischia di non essere solo il governo delle città, ma proprio l'essenza delle regole della democrazia.

Sperando che la Storia non debba ripercorrere tragedie già viste....
 

Concludendo, una citazione di Davide Casaleggio, utile per capire il pensiero e il concetto di democrazia del committente:
«Una formica non deve sapere come funziona il formicaio, altrimenti, tutte le formiche ambirebbero a ricoprire i ruoli migliori e meno faticosi, creando un problema di coordinamento»