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Riforma del lavoro: mediazione come sinistro suicidio

L'ennesima trattativa fallita da parte della sinistra, arroccata sulla difesa di posizioni di bandiera, incapace di cogliere la realtà e quindi di operare per incidere sui problemi reali.
Intediamoci, chi scrive riconosce un grandissimo valore all'articolo 18 e allo Statuto dei lavoratori tutto, ritiene che la tutela del lavoro dipendente sia sacrosanta, necessaria ed irrinunciabile.

C'è un ma, ed è un ma di realismo derivante dalla presa d'atto delle mutate condizioni sociali di questo paese.

1) Il lavoro dipendente non rappresenta più la totalità del mondo del lavoro, anzi, purtroppo il precariato rappresenta la vera realtà di oggi e di domani.
E non dimentichiamoci che la Legge Treu, quella che ha aperto questo tipo di 'mercato', è stata varata dal Governo Prodi, che i parlamentari di Rifondazione, pur criticandolo, hanno fatto passare il lavoro in affitto sostenendo che vi erano dei paletti che lo ridimensionavano, e usando il fatto che la destra votava contro.
2) Il lavoro dipendente ha grande presenza nelle imprese con meno di 15 dipendenti, e la suicida mediazione per reintrodurre l'intervento del giudice che può (attenzione, può, non deve!) in caso di licenziamenti economici reintegrare, ha di nuovo riportato l'articolo 18 in zona di non applicabilità per le imprese con meno di 15 dipendenti. E ancora dobbiamo capire, sempre in cambio di questa concessione, quale maggiori flessibilità in entrata sia costato questo suicidio!


Dunque in cambio del giudice che può, meno tutele contro il precariato, meno tutele per i dipendenti in aziende piccole.

Nessuno sembra essersi accorto di cosa sia successo in questi ultimi due anni in Italia,
Con articolo 18 vivo e vegeto, Fiat ha chiuso Termini Imerese (alla faccia dei licenziamenti per motivi economici), e ha ristrutturato Pomigliano, con due semplici mosse: uscita dalla Confidustria per non aver l'obbligo di applicazione dei contratti nazionali, e 'cessione' dello stabilimento a una new company, riassumendo chi voleva lei, alle condizioni contrattuali che voleva lei.
Marchionne ha platealmente fatto vedere che l'articolo 18 per loro non è un problema, ma se ne son accorte solo altre grandi imprese che rapidamente viaggiano verso l'uscita da Confindustria: sindacati e partiti politici lottano fino alla morte per difendere quell'articolo 18 che non sembra far paura a nessun imprenditore.


Un governo di destra stava cercando di migliorare un mercato del lavoro devastato da un governo di sinistra, alla fine purtroppo forse è logico che sia la sinistra stessa a difendere lo scenario della disperazione...