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Calcio, interessi e personalismi

E' amaro doverlo constatare ogni volta, in Italia può accadere qualsiasi cosa ma in piazza ci vanno sempre e solo i tifosi, l'unico motivo per incazzarsi è il tifo...
Ma a prescindere dalla reazione 'popolare', stigmatizzabile e incomprensibile, ciò che lascia allibiti è la ridda di interventi e prese di posizione di addetti ai lavori e commentatori più o meno accreditati.
Appare oramai chiaro ed evidente che  a nessuno frega nulla del CONVID19 o dei rischi per le persone, di diffusione e contagio,  ognuna delle parti in causa, società, dirigenti, lega, televisioni, politica,  ha provato e prova fino all'ultimo a trarne un vantaggio economico, politico e/o sportivo.
Inter, Juventus, Lazio... non importa, e lo dico da tifoso juventino sfegatato. Quando sento parlare di campionato falsato, dall'una o dall'altra parte, quando sento autorevoli opinionisti -che ho seguito e stimato per i commenti tecnici- discettare sul come proseguire il campionato senza creare danno a questo o quello mi cadono le braccia.
Non c'è niente da fare, il tifo acceca, e alla fine i migliori sono i peggiori.
La mia opinione -dal punto di vista sportivo- è che se una squadra è superiore alle altre vince,  non è una partita secca in cui le influenze del caso non possono essere compensate dal lungo periodo.
Un campionato si vince per merito, nel corso di un anno vantaggi e svantaggi determinati dal caso si compensano.
E se sei più forte vinci anche  a porte chiuse. Il resto sono chiacchiere!
Oggi assistiamo a un balletto di ipotesi paradossali, ognuna basata su convinzioni del tutto aleatorie. Nessuno sa come e quando l'emergenza sanitaria rientrerà, che senso ha ipotizzare date per giocare a porte aperte?
No davvero, della salute pubblica non interessa a nessuno, ballano i miliardi degli incassi, ballano i machismi del vinco io, ballano i diritti televisivi.