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La 'truffa' dei bilanci certificati dei partiti

Il triumvirato magico ABC (Al Fano, Ber...sani, Casini) ha rapidamente trovato l'accordo per dare la giusta risposta all'ondata di indignazione dovuta ai casi Margherita, Lega etc etc.

Che diamine, come non averci pensato prima, basta farsi certificare i bilanci no? E, alla luce del poi, che statista lungimirante fu Ber...lusconi a depenalizzare il reato di falso in bilancio. Eh sì, l'ho sempre detto io, il tempo è galantuomo, meriti e demeriti alla lunga emergono e vengono riconosciuti da tutti.

Premesso che è incredibile che Rutelli & Bossi non sapessero, che questa volta non è colpa del maniaco che imperversa  comprando case a loro insaputa ai politici italiani, che i tesorieri non sono orchi mostruosi, che il finanziamento pubblico ai partiti politici è stato abrogato da un referendum, che etimologicamente un rimborso non può esser superiore a una spesa, tutto ciò premesso, il triumvirato magico (che passo avanti dal cerchio magico al triangolo magico, una figura geometrica -il triangolo-  manifestazione del ritorno all’unità primordiale, che esprime  sia l’idea della divinità, riscontrabile nel simbologia della trinità, sia l'idea dell'ascesi dell'uomo verso la trascendenza divina, l'Universale, il microcosmo che si innalza verso un macrocosmo e viceversa, cioè la protezione Divina -o delle potenze celesti- verso l’umanità e la natura...) ha rapidissimamente trovato la soluzione. Facciamo certificare i bilanci dei partiti!

Ricordiamo i clamorosi casi di falsificazione di bilancio emersi nei fallimenti di società di prima grandezza, quali Enron e Worldcom, da Parmalat a Cirio, da Giacomelli Sport a Banca Italease, da Finmatica a Freedomland, da Finpart ad Algol. Ricordiamo L'Andersen, una delle cinque compagnie di certificazione più grandi al mondo che nel giugno 2002 fu perseguita per certificazione di bilanci falsi...

Ma ammettiamo anche che tutto ciò non possa accadere nell'algido mondo della partitocrazia italiana, ammettiamo che gli occhi vigili dei Rutelli di turno siano capaci di cogliere movimenti strani e briciole di patrimonio che si volatilizzano, dove sta la truffa?

Immaginate il leader del partito della parte chiara (o della parte scura, a seconda della vostra preferenza), che ha una sede di rappresentanza a Roma (o nella capitale che preferite voi...). Immaginate che il leader del partito della parte chiara (o della parte scura, sempre a seconda della vostra preferenza) affidi la gestione della propria sede a una società esterna (immaginate voi chi ne siano gli azionisti o i componenti del CDA...) che a fronte di un canone mensile sostanzioso (i servizi costano, e poi è eticamente giusto dar lavoro alla società, magari una cooperativa, o una Medias...ervizi, o una pia spa cattolica, o una spa...dana) per la manutenzione ordinaria, le pulizie, i centralini, il personale tecnico etc etc. Tutto regolarissimo, tutto fatturato, tutto a norma e  certificato, sia ben chiaro, l'onestà e la trasparenza prima di tutto!

Beh, questi soldi del rimborso elettorale sono ben spesi no? Poi cosa ne faranno azionisti, soci, amministratori della nostra società (immaginate sempre, magari son amici, familiari, compagni di merende del beneamato segretario, mica ci sarà ancora l'orrendo tesoriere) non è più un problema della politica, e, soprattutto, non è più oggetto del controllo dei cittadini.

Facile no?

Vi sentite più tranquilli ora che il triumvirato magico ha risolto il problema del finanziamento ai partiti politici?

io no!