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La sindaca di pochi

Era il 25 agosto quando Di Maio affermò «Raggi si occupa dei romani», difendendo l'operato dell'amministrazione capitolina nella gestione dello sgombero dei rifugiati a Roma, in via Curtatone.

Come sempre ad ogni dichiarazione dell'onorevole Di Maio mi domandai come faccia il vice Presidente della Camera di Deputati a sbagliare i riferimenti storici, geografici, politici, culturali, istituzionale e ne sorrisi, classificando la dichiarazione come la solita boutade.
Non passano neanche 24 ore e la stessa affermazione viene fatta propria dalla Sindaca Raggi.

A questo punto sorge spontaneo un dubbio, cosa intende il movimento 5 stelle per 'cittadini romani'?
Evidentemente gli abitanti di via Curtatone (occupanti abusivi, nessuno lo nega) pur risiedendo in città non vengono considerati cittadini romani.
Se così fosse, gentile Sindaca, vorrebbe chiarire chi sono a suo giudizio i cittadini romani?
Perché la legge è molto chiara e secondo l'art. 36 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) il sindaco è uno degli organi di governo del comune, assieme alla giunta comunale e al consiglio comunale.
E il governo del comune obbliga lei e la sua giunta ad occuparsi di tutti coloro che vivono nella città di Roma, ricchi e poveri, italiani e non, romani e non, onesti e disonesti...

In quella doppia affermazione lei e il vicepresidente della Camera avete involontariamente evidenziato la vena leghista che attraversa quantomeno i dirigenti del movimento 5 stelle.

E se non è così, io, nato a Torino -ma che vivo a Roma- cosa mi devo aspettare? Faccio parte dei romani (nella vostra accezione) o sono dall'altro lato della linea, tra gli extracomunitari per intenderci.
Inutile dire che la mia scelta non è ovviamente quella esser governato da lei, ne farei volentieri a meno, ma se così fosse allora dovremmo ridiscutere alcune quisquilie, come ad esempio i tributi diretti e indiretti che chiunque viva a Roma paga al Comune da lei governato.

Sa com'è cara Sindaca, ai doveri si accoppiano sempre i diritti, e se lei non intende occuparsi dei diritti di chi -ad esempio- non è nato a Roma non si stupisca se qualcuno non sente doveri...